Pretendere di comprendere la situazione di Berlino nel 1961, anno della costruzione del Muro, senza inglobare nell'analisi l'intero processo di trattativa politico-diplomatica che ebbe per oggetto il futuro della Germania ancor prima della fine della Seconda Guerra Mondiale, significa svolgere un lavoro infruttuoso, le cui conclusioni non potranno avvicinarsi neppur lontanamente alle cause del profondo contrasto Est-Ovest.
La definizione dello status della Germania aveva cominciato a preoccupare i sovietici già dai primi segni di cedimento delle forze armate del Terzo Reich, sia in termini di risarcimento per i danni di guerra, sia per quello che poteva rappresentare uno stato tedesco rinvigorito, ammodernato e re-industrializzato dalle risorse economiche occidentali.
Sul finire degli anni '40 Gran Bretagna, Usa e Francia, grazie alla promozione del Piano Marshall, alla riforma monetaria della zona occidentale e alla costituzione non concertata della RFT, seppero ricostruire dalle ceneri della Germania un bastione che ebbe una duplice valenza in chiave anti-comunista: un poderoso rivale della futura RDT, con potenziale economico, richiamo e prestigio enormemente superiori, nonché lo sberleffo dell'aver portato livelli di vita superiori a quelli dell'URSS nel paese che più di ogni altro ha saputo nuocere all'URSS.
Per alcuni di questi motivi, ancora oggi, i russi più anziani non riescono a perdonare a Gorbaciov l'aver permesso la riunificazione della nazione tedesca.
martedì 21 ottobre 2014
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