Premessa: in Unione
Sovietica il deficit dei prodotti al consumo era ahimè strutturale. Il governo
perciò concedeva ai cittadini degli appezzamenti di terra nell'hinterland
affinché questi potessero coltivarci ortaggi e alberi da frutto e così supplire
alla carenza di generi alimentari. Su tali appezzamenti la legge riconosceva ai
cittadini la possibilità di costruire casette di non più di un piano. Data la
carenza anche di materiali edili, queste venivano edificate con quanto si
poteva trovare (qualche mattone, tavole e assi di legno, lamiere ondulate):
ecco la tipica dacia del moscovita medio in epoca sovietica.
Un'altra funzione
della dacia era quella di essere il luogo di villeggiatura dei bambini durante
le vacanze estive, perché non c'erano molte possibilità di andare in vacanza
altrove e almeno in dacia potevano stare all'aria aperta.
Darti una percentuale
è difficile, ma a Mosca la dacia era diffusissima tra i moscoviti. Si parla di
centinaia di migliaia di persone interessate dal fenomeno.
Ci terrei a precisare
che comunque le dacie di allora non sono da ritenersi una sorta di lusso
riservato a una specie di classe media! I parametri con i quali si misurano le
cose nei paesi capitalistici non funzionavano in URSS. La dacia, o meglio il
lotto di terra, era concesso dallo Stato, che deteneva e tuttora detiene la
proprietà della terra, ai cittadini dietro remunerazione ed era più una
necessità che un privilegio. Ribadisco che la funzione principale era di fornire
un'importante integrazione agli scarsi vettovagliamenti: il riposo del fine
settimana primaverile ed estivo equivaleva a zappare l'orto per ottenere patate
e cetrioli ed era già una bella fortuna. Per quanto concerne la costruzione
della dacia vera e propria era una questione di praticità (già che ci andavi il
fine settimana a coltivare la terra, meglio avere un tetto sotto il quale
dormire, per non fare avanti e indietro il sabato e la domenica) detto questo,
con pochi e poveri materiali e tanta inventiva con gli anni tiravano su queste
casette che poi finivano per essere anche veramente un luogo di villeggiatura,
ovviamente spartano, un'oasi nel verde per fuggire dal grigiore cittadino,
posti mitici nei ricordi dell'infanzia e di collegialità familiare e di
vicinato.
Solo ancora una
precisazione: quando ho scritto che lo Stato è tutt'ora proprietario della
terra, sono stato troppo categorico, nel senso che ovviamente era così in URSS
e che nel passaggio alla Federazione Russa la legislazione è cambiata
lentamente, ora certamente i privati possono acquistare la terra, tuttavia sono
rimaste delle zone d'ombra in cui la proprietà degli edifici è privata, mentre
il suolo dove sono stati costruiti appartiene ancora allo Stato. È il caso di
molti condomini, in cui gli appartamenti sono di proprietà dei privati, ma le
parti comuni e il terreno su cui sono edificati (che da noi appartengono alla
persona giuridica "condominio") sono delle Stato. Nei primi anni
della Federazione Russa è uscita una legge sulle privatizzazioni dei beni
immobili (il cui periodo di validità scadrà a breve) grazie alla quale le
persone fisiche occupanti gli immobili pubblici potevano acquistarli, chi vi ha
aderito ne è diventato proprietario, chi non ha sfruttato questa possibilità o
è stato sfrattato o continua ad essere affittuario.
[Ringrazio l'amico Riccardo Fiore, autore della ricerca. LDG]